giovedì 25 novembre 2010

Ma che parlo? arabo?

Ci mancava solo questa... Adesso la Lega-Nord propone di insegnare il dialetto a scuola. Proprio mentre "l'analfabetismo di ritorno" aumenta, mentre i professori di scuola si impegnano quanto possono per insegnare agli studenti a leggere e a scrivere in un italiano almeno decente, ecco l'idea geniale: il dialetto!
Un'idea con un suo valore culturale? Macché! Solo un modo per limitare l'immigrazione a nord dei professori del sud
(per insegnare a Milano un professore di Napoli dovrebbe imparare a dire "spèta spèta, che l'erba la cress" e per insegnare a Venezia dovrebbe pronunciare perfettamente "el ga na zoca che gnanca i porsei la magnaria"). E allo stesso modo un immigrato arabo che vuole lavorare in una fabbrica di Torino dovrebbe fare un esame di dialetto per dimostrare di saper dire con un po' di scioltezza "A-i-e- nen bela scarpa c'a dventa nen brut savat".
E pensare che i dialetti sono bellissimi e sono una cosa seria.
(Sono una cosa troppo seria per lasciarla nelle mani dei leghisti.)
Nello stesso tempo i nazionalisti vogliono difenderci dall'importazione di parole straniere in italiano. Chi vuole difendere i dialetti, chi vuole difendere l'italiano, chi vuole difendere le tradizioni giudaico-cristiane dell'Europa. Insomma tutti ci vogliono difendere. Ma siamo davvero così minacciati?

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